Ieri sera ho presentato a Maenza, per la prima volta in assoluta il mio primo libro Monte Inferno scritto e pubblicato, in vendita su Amazon.it
Un libro che nasce dall’esigenza di raccontare la storia della discarica di Borgo Montello e dare giustizia e dignità innanzitutto alle vittime di questo scellerato patto tra politica, imprenditoria e malaffare con la criminalità organizzata.
Vittime che hanno pagato un tributo altissimo perdendo la vita per forme tumorali contratte durante l’esercizio delle loro attività lavorative. Addirittura come nel caso dei poliziotti della Digos addirittura negando agli stesse la causa per indennità di servizio.
La scelta di Maenza non è stata casuale. A Maenza viveva Umberto Cacciotti. Umberto era sovrintendente della Polizia di Stato, in servizio presso la Digos. Mancavano pochi anni alla pensione quando, insieme al funzionario dirigente Riccardi, effettuò un sopralluogo alla discarica di Borgo Montello, su mandato del Tribunale di Latina. Durante l’ispezione, i due inciamparono in un fusto interrato. Fu un attimo: il fusto si ruppe, liberando nell’aria un gas velenoso. Inalarono quel veleno senza neppure rendersene conto. Nel giro di poco tempo si ammalarono entrambi di tumore. E nel giro di poco tempo se ne andarono. Due servitori dello Stato, morti per aver fatto il proprio dovere. Due vittime della camorra e della voracità economica dei vari proprietari della discarica che, succedutisi nel tempo ad Andrea Proietto, non esitarono a stringere affari con la criminalità organizzata, spartendosi i profitti dello smalti-mento illecito di rifiuti tossici e nocivi. Non furono gli unici. Operai, autisti, guardiani — uomini che lavoravano di notte, che vivevano del loro lavoro — si ammalarono e morirono, spesso in silenzio, colpiti da malattie rapide e violente. Le chiamano “morti bianche”, ma non c’è nulla di bianco nella morte di chi perde la vita solo per aver svolto il proprio mestiere, spesso senza sapere quanto fosse pericoloso. Gente perbene, rispettata, che ha avuto il solo torto di trovarsi nel posto sbagliato a fare la cosa giusta.
Li ricordiamo come uomini, come poliziotti, come simboli di un’Italia onesta che non si piega.
La nostra speranza è che le istituzioni non voltino più lo sguardo altrove, e che i familiari di queste vittime abbiano finalmente giustizia — non solo nei tribunali, ma nella memoria collettiva.

Un ringraziamento speciale va alle figlie di Umberto Anna Maria e Daniela, alla vedova e alle rispettive famiglie sia per il rinfresco e sia la bellissima cena successiva. A Giovanni e Fabrizio, per l'aiuto e il sostegno all'iniziativa, ai miei amici di Borgo Montello che erano presenti alla presentazione del libro, a Luca Morazzano per l'organizzazione, al presidente della Pro Loco di Maenza e dell'Associazione Borgo Antico, al vice sindaco di Maenza intervenuto per portare i saluti dell'amministrazione Comunale.
L'appuntamento con la città di Latina è per Venerdi 14 Novembre ore 18,00 presso la Casa del Combattente in Piazza San Marco.


